Il Comune di Bellinzago Lombardo è attraversato dall’antico Naviglio Martesana, che nasce a Trezzo sull’Adda, nei pressi del Santuario della Madonna di Concesa, per terminare dopo 38 chilometri a Milano ed è costeggiato da un lungo percorso ciclabile di interesse storico-ambientale. Il percorso affianca l’antica strada romana (l’attuale SS 11 padana superiore) che passava l’Adda con due rami: a Vaprio e a Cassano.
Nel tratto di Bellinzago Lombardo si incontra il tipico paesaggio agrario caratterizzato dall’estensione dei campi, dal sistema irriguo e dalla presenza di cascine. In località Villa Fornaci di notevole rilevanza la presenza di una delle cinque conche di navigazione del Naviglio e l’insieme di edifici rurali, tra cui spicca la ex filanda.
La pista ciclabile lungo il Naviglio
Costruita negli anni ’90 a pista ciclopedonale porta da Milano all’Adda, scoprendo un paesaggio inaspettato fatto di cascine, ville sontuose, ponticelli, antichi casolari e borghi, giardini e orti. Molto frequentata, soprattutto la domenica, è facile imbattersi in famiglie, ciclisti e corridori in allenamento. Il percorso quasi completamente pianeggiante e il fondo stradale in buono stato lo rendono adatto ad ogni tipo di biciclettata: mountain bike, ibride e city bike. Il percorso ha un’importanza rilevante a livello storico-ambientale.
Il Naviglio della Martesana – La storia
(ricerca a cura di Andrea Emilia Formaggia)
Con la parola “naviglio” si definisce un canale o fosso artificiale di portata abbastanza elevata, atto a essere navigato e utilizzato anche per irrigazioni, che ha origine solitamente da un fiume. Esso è anche noto con il nome di “Naviglio Piccolo” poiché la sua realizzazione seguiva quella del Naviglio Grande. Il termine Martesana deriva invece dalla “gens Martecia”, stirpe stanziatasi sin da prima dell’anno Mille nella regione compresa tra il Seveso, l’Adda, la Valassina e il territorio di Melzo.
Il Naviglio venne realizzato a partire dal 1457 dal Duca Francesco Sforza, signore di Milano, seguendo il progetto, approvato da Filippo Maria Visconti, di un consorzio di privati cittadini e fu completato definitivamente nel 1496 sotto la guida di Ludovico il Moro. Fu ideato con il proposito di irrigare i campi coltivati, fornire ai mulini la necessaria forza motrice e permettere il collegamento con la Valle dell´Adda e la Bergamasca mediante la realizzazione di una rete di canali navigabili tra il Po, il Ticino e l’Adda, sebbene in un primo tempo la navigazione fosse limitata a due giorni alla settimana dal momento che il canale era prevalentemente adibito alla funzione di irrigazione dei terreni situati al di sopra della fascia dei fontanili.
Fin dalla conclusione dei lavori l’aspetto più problematico della gestione del naviglio fu quello di conciliare il suo doppio ruolo di canale navigabile e di dispensatore d’acqua, pertanto l’assetto della Martesana variò periodicamente alla ricerca di un equilibrio tra i due. Il suo tracciato è assai tortuoso per ragioni prevalentemente politiche, non tecniche (come invece era avvenuto sul primo tratto del Naviglio Grande, dove c’era l’esigenza di addolcire le pendenze): nel 1443 infatti signori e notabili della zona, consci dei vantaggi che ne sarebbero derivati, esercitarono pressioni perché il canale lambisse le loro terre e i borghi in modo da offrire comodi approdi.
Inoltre, contestualmente al miglioramento della struttura agraria grazie all’irrigazione, si produsse in epoca barocca una notevole fioritura di ville signorili volte a godere della comodità del viaggio sull’acqua e controllare le terre di proprietà.
In ogni modo il Naviglio svolse una funzione essenziale nel trasporto merci, anche se un cospicuo traffico di persone si ebbe solo verso la fine XVIII secolo, andando a rivestire, a partire dal 1800, un’enorme importanza negli spostamenti delle persone comuni.
Nel 1958 fu declassato da via di trasporto a canale irriguo: il naviglio fu abbandonato a sé stesso, fatta eccezione per la pulizia delle prese d’acqua. Fu negli anni ottanta che si affermò il concetto del bene ambientale da salvaguardare e da rivalutare: il comune di Milano promosse una radicale ripulitura delle sponde e l’apertura di una pista ciclo-pedonale da Cassina de’ pomm, passando per Parco della Martesana a Gorla, e da parte di privati iniziò il restauro-recupero di edifici ormai fatiscenti, mentre i comuni rivieraschi hanno provveduto a sistemare le sponde e ad asfaltare il loro tratto di alzaia chiudendolo al traffico motorizzato e hanno creato spazi per il tempo libero e l’incontro.
Il territorio attraversato dal corso del Naviglio è contrassegnato da nuclei urbani di antica formazione, case coloniche rivierasche, case nobili, opere idrauliche, opifici idraulici, fabbriche, edifici di culto, ponti di attraversamento, manufatti idraulici e rogge.
L´ambiente circostante è caratterizzato da una folta e ricca vegetazione nelle zone dove il canale fiancheggia il Fiume Adda, da un paesaggio agrario di interessante ricchezza connotativa dovuta all´estensione dei campi, al sistema irriguo ed alla presenza di cascine storiche, dalla prevalenza di aree urbanizzate, dove però sono ancora riconoscibili testimonianze storiche residue, mano a mano che ci si avvicina alla città di Milano.
La funzione irrigua della Martesana non ha avuto effetti ordinatori del territorio paragonabili al Naviglio Grande, ma certamente più di esso segna il confine netto tra pianura asciutta a nord e pianura irrigua a sud, avendo come unico derivatore in sponda destra la roggia Crosina.