25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: messaggio del Sindaco

25 Novembre 2020

La giornata è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel dicembre 1999, al fine di sensibilizzare l’umanità verso l’eliminazione della violenza contro le donne. La scelta della data fu legata al 25 novembre del 1960, giorno in cui, nella Repubblica Dominicana di Trujillo, fu compiuto un brutale assassinio di tre sorelle considerate rivoluzionarie, le sorelle Mirabal.

E’ stato scelto il colore ROSSO che rappresenta il sangue versato dalle donne vittime di violenza di genere. Un simbolo per dare espressione collettiva al contrasto alla violenza.

In un momento in cui non è possibile farlo insieme fisicamente, ricordare questa ricorrenza in Consiglio Comunale potrebbe far sentire meno sole tutte quelle donne che subiscono violenza”.

Ai fini della Dichiarazione ONU  l’espressione ‘violenza contro le donne’ significa ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata.

La matrice della violenza permane ancora oggi in ogni parte del mondo ed in Italia, come registra il report 2019 della Polizia di Stato, in base al quale ogni 15 minuti si verificano reati di violenza contro il genere femminile. In alcuni luoghi le donne bambine vengono date in spose, in altri vengono violentate trucidate ed uccise con regolarità, in altri ancora sono vittime di violenze domestiche e altre violenze sempre più sofisticate e capaci di demolire la dignità femminile anche senza sfiorare fisicamente il corpo della donna e, talvolta, senza che la vittima ne abbia immediata consapevolezza.

Cadiamo spesso nell’errore di considerare la violenza solo come percosse, lesioni, minacce o stupro, contestualizzati in un ambiente degradato e caratterizzato da scarsa cultura o da condizioni economiche difficili. Essa si può manifestare in dinamiche diverse e in contesti culturali e socio economici di ogni livello, concretizzandosi in comportamenti caratterizzati da ISOLAMENTO, CRITICHE, UMILIZIONE, COSTRIZIONE, PERCOSSE sino all’OMICIDIO. Essere controllate in modo costante e soffocante dal partner, vedersi negato l’accesso alle risorse economiche dal marito o compagno, essere costrette ad avere un rapporto sessuale con il proprio marito, essere derise o insultate in pubblico, essere escluse dalle decisioni inerenti i propri figli, sono solo alcuni esempi di una violenza che non lascia i segni evidenti sulla pelle, ma lascia segni profondi nell’anima e nell’autostima. Si tratta della violenza psicologica ed economica.

Si legge sui giornali che la violenza fisica omicida si manifesti come un raptus momentaneo. In realtà non è mai così. La violenza si manifesta sempre in progressione ed è dovere di tutti educare i giovani a saper riconoscere i comportamenti sentinella in modo da agire prima che si verifichino conseguenze irreparabili, sradicando la cultura della violenza e promuovendo l’educazione all’affettività.

Anche la violenza sessuale non arresta la sua diffusione specie nelle grandi città dove, anche in pieno giorno, in strada come in casa, ad opera di amici, fidanzati o mariti, si consuma uno dei reati più atroci con spaventosa ricorrenza.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità rivela che nel mondo il 35% delle donne ha subito violenza.

La crisi sanitaria che stiamo vivendo ha accentuato il problema: i dati Istat mostrano una forte crescita del numero di telefonate al 1522 nel primo periodo di lockdown in Italia. Rispetto al 2019, le donne vittime che si sono rivolte al numero antiviolenza 1522 in Lombardia sono aumentate del 25% nel periodo 1 marzo-16 aprile 2020.

Tuttavia, sono ancora numerose le donne che alla fine non denunciano. Questo è probabilmente legato al fatto che il 93,4% dei casi di violenza, sempre secondo i dati Istat, avviene fra le mura domestiche. Nel rapporto sulla  violenza di genere al tempo del coronavirus: Marzo – Maggio 2020, si legge che negli ultimi dieci anni i femminicidi hanno costituito un terzo degli omicidi, raggiungendo il 57.1% nel pieno lockdown di marzo 2020.

Regione Lombardia ha assunto un ruolo di coordinamento di tutti gli attori presenti sul territorio: Comuni, Forze dell’Ordine, Unità di Pronto Soccorso, Centri Antiviolenza e Case Rifugio. La vera sfida che vogliamo affrontare è quella di prevenire, ma anche di favorire l’emersione di ogni forma di violenza contro le donne esercitata in ambito familiare, sul luogo di lavoro o nel contesto sociale di riferimento. Per offrire protezione e sostegno nel percorso di allontanamento e distacco dalle situazioni di violenza.

La nostra attenzione al fenomeno vuole mettere in evidenza che ogni forma di violenza maschile contro le donne, di cui il femminicidio rappresenta la manifestazione estrema, è qualcosa che colpisce un’intera comunità, che tocca dal profondo le Istituzioni e il cuore di ognuna di noi.

Si tratta di un problema innanzitutto culturale e sociale, che deve essere affrontato in un’ottica di prevenzione, di contrasto e di tutela e sostegno delle vittime. Ricordando che è importante rispettarsi a vicenda, che maschi e femmine sono diversi e ciascuno deve riconoscere, accettare, rispettare le differenze dell’altro perché le differenze sono una ricchezza per tutti.

Il Sindaco 

Angela Comelli 

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